Il presente modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva è redatto dall’ASD:
Virtus Venezia Roll Club
(di seguito denominata “Associazione”), come previsto dal comma 2 dell’articolo 16 del d.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021 e utilizzando il modello organizzativo e le linee guida pubblicate dalla Federazione Italiana Sport Rotellistici (FISR) sul sito federale il 6 ottobre 2023.
Si applica a chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività dell’Associazione, indipendente dalla disciplina sportiva praticata. Ha validità quadriennale dalla data di approvazione e deve essere aggiornato ogni qual volta necessario al fine di recepire le eventuali modifiche e integrazioni delle Linee Guida FISR, delle eventuali ulteriori disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del C.O.N.I. e delle raccomandazioni dell’Osservatorio Permanente del CONI per le Politiche di Safeguarding.
Il presente modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva è affisso nella sede della medesima nonché comunicato al Safeguarding Office della Federazione insieme alla nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Il presente modello integra e non sostituisce il Regolamento per la tutela dei tesserati dagli abusi e dalle condotte discriminatorie della Federazione Italiana Sport Rotellistici.
Diritto fondamentale dei tesserati è quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo. Chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva è tenuto a rispettare i già menzionati diritti dei tesserati.
Il Modello Organizzativo dà attuazione ai suddetti principi per rispondere alle esigenze di tutela dei tesserati dell’Associazione.
Finalità
L’obiettivo della presente normativa è quello di promuovere una cultura e un ambiente inclusivo che assicurino la dignità e il rispetto dei diritti di tutti i tesserati, in particolare minori, e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché valorizzino le diversità, tutelando al contempo l’integrità fisica e morale di tutti i tesserati.
Le previsioni contenute nel presente regolamento costituiscono l’insieme delle regole di condotta a cui tutti gli appartenenti dell’Associazione sono tenuti ad uniformarsi al fine di:
a. promuovere il diritto di tutti i tesserati ad essere tutelati da ogni forma di abuso, violenza o discriminazione;
b. promuovere una cultura e un ambiente inclusivi che assicurino la dignità e il rispetto dei diritti di tutti i tesserati, specie se minori, e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché valorizzino le diversità;
c. rendere consapevoli i tesserati in ordine ai propri diritti, doveri, obblighi e responsabilità;
d. individuare e attuare adeguate misure, procedure e politiche di Safeguarding, anche in conformità alle raccomandazioni del Safeguarding Office istituito dalla FISR volte a ridurre i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di tesserati minori;
e. provvedere alla gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e tutela dei segnalanti;
f. informare i tesserati, anche minori, sulle misure e procedure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e, in particolar modo, sulle procedure per la segnalazione degli stessi;
Ambito di applicazione
I soggetti tenuti al rispetto del presente documento sono:
a. tutti i tesserati dell’Associazione;
b. tutti coloro che intrattengono rapporti di lavoro o volontariato con l’Associazione;
c. tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con l’Associazione.
Modalità di prevenzione e gestione dei rischi
a) Per il pieno sviluppo della persona - atleta i tecnici sono tenuti a garantire l’effettiva partecipazione di ogni atleta all’attività sportiva dell’associazione (salvo casi di ammonizioni, vedi allegato A), rendicontando al responsabile interno il proprio apporto per lo sviluppo degli atleti;
b) L’associazione si impegna a creare momenti dedicati all’inclusione e alla valorizzazione delle diversità dei tesserati dell’Associazione;
c) Supervisione nella gestione e nella tutela dei tesserati, soprattutto minori, per parte dei soggetti preposti ovvero il responsabile interno e/o la FISR, nel rispetto e promozione dei relativi diritti, durante gliallenamenti, le manifestazioni sportive e ogni attività anche collegata e connessa, organizzata dalla nostra Associazione;
d) Controllo dell’applicazione del Protocollo di accesso ai locali (allegato B) durante allenamenti e sessioni prova (soprattutto di tesserati minori) a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero a loro delegati nel rispetto delle esigenze tecnico sportive dell’attività dell’Associazione;
e) Adozione di adeguati strumenti per incentivare l’adozione e la diffusione di apposite convenzioni o patti “di corresponsabilità e/o collaborazione” (allegato A) tra atleti, tecnici, personale di supporto e coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti;
f) Assicurare che i medici sportivi e gli operatori sanitari che riscontrino i segni e gli indicatori delle lesioni, delle violenze e degli abusi segnalino, nel rispetto della disciplina vigente, al Responsabile dell’Associazione e al Responsabile federale delle politiche di Safeguarding (Safeguarding Office FISR) le evidenze riscontrate;
Nel periodo che intercorre tra la comunicazione e l’applicazione dei protocolli interni e federali, se possibile identificare il responsabile di tali lesioni, violenze e/o abusi, esso/a verrà allontanato immediatamente dall’Associazione;
g) Affissione di locandine negli spazi comuni, con numeri utili alla comunicazione diretta con centri di supporto e prevenzione anche psicologica sul territorio comunale;
h) Incentivo alla frequenza e alla formazione obbligatoria annuale e ai corsi di aggiornamento annuali previsti dalla Federazione Italiana Sport Rotellistici in materia di Safeguarding da parte del responsabile interno;
i) Adozione di adeguate misure per la sensibilizzazione sulla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi, con il supporto delle necessarie competenze specialistiche, anche sulla base di specifiche convenzioni stipulate dall’Ente di affiliazione;
j) Adozione di adeguate misure di prevenzione in specifiche situazioni di rischio quali:
· Ambienti, luoghi e spazi in cui è facilitato il contatto fisico e l’esposizione fisica
o Spogliatoio
L’accesso allo spogliatoio è previsto esclusivamente per agli atleti e per i tecnici sotto supervisione del responsabile interno.
o Ufficio
L’accesso all’ufficio è consentito solamente ai membri del Consiglio Direttivo e ai tecnici sotto supervisione del responsabile interno.
· Viaggi e trasferte
o Gli atleti minori viaggeranno sempre accompagnati da almeno un genitore o da un accompagnatore scelto e precedentemente comunicato all’Associazione munito di delega; il genitore/accompagnatore sarà il responsabile designato dell’atleta che potrà contattare, qualora fosse necessario in qualsiasi momento, il responsabile interno dell’Associazione.
· Manifestazioni sportive di qualsiasi livello.
o Il suddetto regolamento viene esteso a qualsivoglia spettatore e/o partecipante a manifestazioni sportive di qualsiasi livello organizzate presso e dalla nostra associazione.
Al fine di dare attuazione alle finalità indicate all'art.1, l'Associazione uniforma i propri comportamenti alle norme di condotta di seguito indicate:
a. assicurare un ambiente ispirato a principi di uguaglianza e di tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona:
· predisporre turni di allenamento e la partecipazione alle gare evitando discriminazioni tra gli atleti in base sesso, all’etnia, appartenenza culturale ecc; tali scelte verranno effettuate esclusivamente tenendo conto dell’impegno, della partecipazione agli allenamenti e della preparazione agonistica;
· prevedere, in presenza di minori appartenenti a categorie svantaggiate, la loro equa suddivisione in squadre o gruppi di allenamento in modo da facilitarne l’integrazione;
· prevedere, in presenza di minori appartenenti a categorie svantaggiate, la loro partecipazione a gare e/o eventi che mettano in luce le loro qualità.
b. riservare ad ogni tesserato attenzione, impegno e rispetto, senza distinzioni di età, etnia, condizione sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere, orientamento sessuale, disabilità e altro:
· imporre regole di condotta ai tecnici volte ad assicurare a ciascun atleta di poter essere adeguatamente seguito nello svolgimento dell’attività sportiva;
· prevedere la presenza di un numero adeguato di tecnici in relazione alla composizione di ciascun gruppo di atleti;
· imporre a tecnici, atleti e dirigenti di utilizzare un linguaggio non discriminatorio;
· educare gli atleti minori ad un linguaggio non violento consono all’ambiente sportivo.
c. far svolgere l’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo dell’allievo, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso:
· ascoltare i minori al fine di comprendere quali sono le loro ambizioni e i loro desideri in ambito sportivo;
· programmare per ciascun atleta l’attività sportiva o la partecipazione ai vari campionati in modo da tener conto delle capacità individuali e delle aspirazioni di ciascuno;
· creare dei momenti di convivialità tra gli atleti durante le manifestazioni sportive.
d. prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio anche derivante da disturbi dell’alimentazione, percepiti o conosciute anche indirettamente, con particolare attenzione a circostanze che riguardino i minori:
· affiancare ai tecnici delle figure professionali specializzate e/o prevedere durante gli allenamenti la presenza di figure ulteriori rispetto al tecnico che possano monitorare il comportamento degli atleti;
· prevedere percorsi volti a favorire l’educazione alimentare;
· individuare tra i dirigenti una figura di riferimento che, in relazione all’età degli atleti, possa dialogare con loro al fine di scorgere segni di malessere.
a. segnalare, senza indugio, ogni circostanza di interesse agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza:
· individuare il soggetto che deve provvedere alla segnalazione;
· individuare quali sono le situazioni di interesse di natura sportiva o extra sportiva;
· prevedere la segnalazione ai genitori delle assenze dagli allenamenti compiute dai minori.
b. confrontarsi con il Responsabile delle Politiche di Safeguarding nominato dall’Associazione ove si abbia il sospetto circa il compimento di condotte rilevanti ai sensi del presente documento.
c. attuare idonee iniziative volte al contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione adottando i seguenti comportamenti:
· evitare i contatti fisici tra atleti e tecnici o dirigenti;
· sollecitare atleti, tecnici e dirigenti all’uso di un linguaggio appropriato e comunque evitare l’uso di espressioni discriminatorie, sessiste, o di matrice razzista;
· evitare di intrattenersi in sedute di allenamento per singoli atleti e/o svolte in orari in cui gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non siano usualmente frequentati, facendo in modo che se ciò sia necessario, vi sia sempre la presenza, in aggiunta all’allenatore, di un dirigente o di altra persona;
· prevedere, in caso di sottoposizione dell’atleta a sedute mediche o fisioterapiche, che vi sia la presenza di un dirigente dello stesso sesso dell’atleta, ovvero di un genitore;
· richiedere ai tecnici e dirigenti di instaurare tra loro rapporti professionali evitando situazioni di imbarazzo;
· imporre agli atleti regole di condotta da adottare negli spogliatoi volte a contrastare fenomeni di bullismo o cyberbullismo.
d. prevenire, durante gli allenamenti e in gara, tutti i comportamenti e le condotte sopra descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo quali:
· prevedere l’organizzazione di riunioni periodiche che coinvolgano i tecnici e i dirigenti nel cui ambito illustrate le politiche di salvaguardia dei minori e le azioni che si intendono intraprendere e in cui discutere delle criticità emerse nel corso della stagione sportiva.
e. spiegare in modo chiaro a coloro che assistono allo svolgimento di allenamenti, gare o manifestazioni sportive, di astenersi da apprezzamenti, commenti e valutazioni che non siano strettamente inerenti alla prestazione sportiva in quanto potrebbero essere lesivi della dignità, del decoro e della sensibilità della persona attraverso:
· organizzare, a inizio stagione, riunioni che coinvolgano tutti gli atleti e i genitori nel cui ambito illustrare le politiche di salvaguardia che si intendono adottare;
· organizzare incontri periodici volti a diffondere un’adeguata educazione sportiva;
· prevedere sanzioni a carico di coloro che durante le gare tengano un comportamento non adeguato.
a. rendere consapevoli i tesserati dei propri diritti, doveri, obblighi e responsabilità adottando le seguenti misure:
· affissione presso la sede dell’Associazione del modello organizzativo e del Codice di condotta (allegato C)adottato e degli eventuali aggiornamenti, integrazioni o modifiche;
· affissione presso la sede dell’Associazione del nominativo del Responsabile Safeguarding nominato con indicazione del recapito telefonico e/o indirizzo e-mail per poterlo contattare;
· comunicazione, al momento del tesseramento, agli atleti o ai loro genitori, se minorenni, del modello organizzativo e Codice di condotta (allegato C) adottato dall’Associazione, nonché comunicazione del nominativo del Responsabile Safeguarding;
· comunicazione ai tesserati e ai loro genitori, se minorenni, circa le procedure da seguire per la segnalazione di comportamenti lesivi al Safeguarding Office della FISR;
· informazione ai tesserati e ai loro genitori, se minorenni, circa le misure adottate dall’Associazione per la prevenzione e il contrasto a comportamenti lesivi;
Tutti coloro che in ambito societario – a prescindere dalla forma del rapporto instaurato – svolgano funzioni che comportano contatti diretti e regolari con minori devono fornire copia del certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente.
Allo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui Tesserati nonché per garantire laprotezione dell’integrità fisica e morale degli sportivi, anche ai sensi dell’art. 33, comma 6, del D.lgs. n. 36/2021, l’Associazione nomina un Responsabile Safeguarding contro abusi, violenze e discriminazioni e lo comunica alla FISR all’atto di affiliazione e ogni qual volta viene sostituito.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni può essere prescelto tra i soci tesserati di comprovata moralità, sensibilità, conoscenza e competenza o può essere una figura esterna all’organizzazione societaria. In ogni caso la persona scelta non dovrà far parte dell’organo competete alla sua nomina e dovrà essere in possesso dei seguenti requisiti:
non aver riportato condanne penali anche non passate in giudicato per i seguenti reati: art 600-bis (prostituzione minorile); 600-ter (pornografia minorile), 600-quater (detenzione o accesso a materiale pornografico), 600- quater.1 (Pornografia virtuale), 600-quinquies (iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile), 604-bis (propaganda e istigazione a delinquere per motivi discriminazione etnica e religiosa), 604-ter, (circostanze aggravanti) 609-bis (violenzaa. sessuale) , 609-ter (circostanze aggravanti), 609-quater (atti sessuali con minorenne), 609-quinquies (corruzione di minorenne), 609-octies (violenza sessuale di gruppo), 609- undecies (adescamento di minorenni).
b. non aver riportato nell’ultimo decennio, salva riabilitazione, squalifiche o inibizioni sportive definitive complessivamente superiori ad un anno, da parte delle FSN, delle DSA, degli EPS e del CONI o di organismi sportivi internazionali riconosciuti;
c. aver seguito i corsi di aggiornamento previsti dalla FISR e/o essere in possesso dei titoli abilitativi eventualmente previsti dai regolamenti federali.
La nomina del Responsabile Safeguarding è adeguatamente resa pubblica mediante:
- immediata affissione presso la sede;
- comunicazione alla FISR per l’aggiornamento del database federale, secondo le procedure previste dalla regolamentazione federale.
Il Responsabile dura in carica un anno e può essere riconfermato.
In caso di cessazione del ruolo di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, per dimissioni o per altro motivo, l’Associazione provvede entro 30 giorni alla nomina di un nuovo Responsabile inserendola nel sistema gestionale federale, secondo le procedure previste dalla regolamentazione federale.
La nomina di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni può essere revocata ancora prima della scadenza del termine per gravi irregolarità di gestione o di funzionamento, ovvero per il venir meno dei requisiti necessari alla suanomina, con provvedimento motivato dell’organo preposto dell’Associazione. Della revoca e delle motivazioni è datatempestiva notizia al Safeguarding Office della FISR. L’Associazione provvede alla sostituzione con le modalità di cui al precedente punto.
Il Responsabile Safeguarding è tenuto a:
a. promuovere la corretta applicazione del Regolamento Safeguarding Policy della FISR nonché l’osservanza del Modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva e del Codice di Condotta (allegato C) adottatidall’Associazione;
b. adottare le opportune iniziative, anche con carattere d’urgenza, per prevenire e contrastare nell’ambito della propria Associazione ogni forma di abuso, violenza e discriminazione nonché ogni iniziativa di sensibilizzazione che ritiene utile e opportuna;
c. segnalare al Safeguarding Office della FISR eventuali condotte rilevanti e fornire allo stesso ogni informazione o documentazione richiesta;
d. rispettare gli obblighi di riservatezza imposti dai Regolamenti FISR;
formulare all’organo preposto dell’Associazione le proposte di aggiornamento del Modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva e del Codice di condotta (allegato C), tenendo conto delle caratteristiche dell’Associazione, valutandone annualmente l’adeguatezza nell’ambitoa. dell’Associazione, eventualmente sviluppando e attuando sulla base di tale valutazione un piano d’azione al fine di risolvere le criticità riscontrate;
b. partecipare all’attività obbligatoria formativa organizzata dalla FISR.
Contrasto dei comportamenti lesivi e gestione delle segnalazioni
a) In caso di presunti comportamenti lesivi, verranno adottati provvedimenti di quick-response coordinati dal responsabile interno senza interpellare il Consiglio Direttivo;
b) Per ogni altra violazione delle disposizioni e dei protocolli verranno presi adeguati provvedimenti, dal responsabile interno e dal Consiglio Direttivo;
c) Promozione di buone pratiche e adeguati strumenti di early warning, al fine di favorire l’emersione di comportamenti lesivi, o evitare eventuali comportamenti strumentali;
d) Garanzia di un sistema affidabile e sicuro di segnalazione di comportamenti lesivi, che garantisca la riservatezza delle segnalazioni nonché la tempestiva ed efficace gestione delle stesse;
e) Adozione di apposite misure che prevengano qualsivoglia forma di vittimizzazione secondaria dei tesserati che abbiano in buona fede:
· presentato una denuncia o una segnalazione;
· manifestato l’intenzione di presentare una denuncia o una segnalazione;
· assistito o sostenuto un altro tesserato nel presentare una denuncia o una segnalazione;
· reso testimonianza o audizione in procedimenti in materia di abusi, violenze o discriminazioni;
· intrapreso qualsiasi altra azione o iniziativa relativa o inerente alle politiche di Safeguarding;
f) Adozione di apposite misure e iniziative che sanzionino abusi di segnalazioni manifestamente infondate o effettuate in mala fede.
Tali azioni saranno discusse caso per caso in Consiglio Direttivo tramite riunione straordinaria dello stesso.
In ogni caso i provvedimenti di cui alle lett. a) e b) devono rispettare il principio di proporzionalità, tenendo in particolare considerazione la natura e la gravità delle violazioni, il numero di violazioni ovvero qualsiasi altra circostanza rilevante (quali la minore età, le condizioni o menomazioni psico-fisiche della vittima), ferme restando le procedure e le sanzioni previste dall’ordinamento dell’Ente di affiliazione.
Chiunque venga a conoscenza di comportamenti rilevanti come individuati dal Regolamento e dalle linee guida predisposte dalla FISR e nel presente documento integralmente richiamate, è tenuto a darne immediata comunicazione al Safeguarding Office della FISR, anche per il tramite del Responsabile Safeguarding nominato dall’Associazione.
Chiunque sospetta comportamenti rilevanti ai sensi del presente Regolamento può confrontarsi con il Responsabile delle politiche di salvaguardia nominato dall’Associazione o direttamente con il Safeguarding Office della FISR.
Diffusione ed attuazione
L’Associazione, anche avvalendosi del supporto del Responsabile Safeguarding, si impegna alla pubblicazione e alla capillare diffusione del presente documento e del Codice di Condotta (allegato C) a tutela dei minori per la prevenzionedelle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione tra i propri tesserati, i propri soci e i propri volontari che, a qualsiasi titolo e ruolo, siano coinvolti nell’attività sportiva.
L’Associazione, anche avvalendosi del supporto del Responsabile Safeguarding, si impegna alla messa a disposizione di ogni possibile strumento che ne favorisca la piena applicazione, allo svolgimento di verifiche in ordine ad ogni notizia di violazione delle norme nonché alla condivisione di materiale informativo finalizzato alla sensibilizzazione e alla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi.
Il presente documento è affisso presso la sede dello stesso ed è portato a conoscenza di tutti i collaboratori, qualunque sia il motivo della collaborazione, al momento in cui si instaura il rapporto con l’Associazione.
Obblighi formativi ed altre misure
a) Obbligo di affissione presso la sede dell’associazione;
b) Obbligo di pubblicazione della notizia dei relativi aggiornamenti presso la sede dell’Associazione e nei canali ufficiali di comunicazione;
c) Obbligo di comunicazione dei relativi aggiornamenti al Responsabile interno e al Responsabile federale delle politiche di Safeguarding (Safeguarding Office FISR);
d) Obbligo, al momento del tesseramento, di informare il tesserato o eventualmente coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti, del suddetto regolamento;
e) Obbligo di comunicazione di ogni informazione rilevante al Responsabile interno al Responsabile federale delle politiche di Safeguarding (Safeguarding Office FISR) nonché all’Ufficio della Procura federale ove competente;
f) Adeguate misure per la diffusione e pubblicizzazione periodica presso i tesserati delle procedure per la segnalazione di eventuali comportamenti lesivi;
g) Adeguate misure per la diffusione di o l’accesso a materiali informativi finalizzati alla prevenzione e contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione nonché alla consapevolezza dei tesserati in ordine a propri diritti, obblighi e tutele;
h) Adeguate misure per la diffusione di/o l’accesso a materiali informativi finalizzati alla sensibilizzazione e alla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi;
i) Adeguata informativa ai tesserati o eventualmente a coloro i quali esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti, con riferimento alle specifiche misure adottate per la prevenzione e contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione in occasione di manifestazioni sportive;
j) Adeguate misure per la diffusione e pubblicizzazione presso i tesserati di ogni altra politica di Safeguarding adottata dalla Federazione Italiana Sport Rotellistici nonché dall’Associazione.
Sanzioni
Pur restando impregiudicata l’applicazione delle sanzioni previste dai Regolamenti FISR, l’Associazione prevede a carico di tutti coloro che sono assoggettati tra le categorie tenute all’osservanza delle disposizioni contenute nel presente documento e che attuino comportamenti contrari a quanto indicato, sanzioni, da modulare dal Responsabile Safeguarding designato, in base alla gravità del comportamento tenuto:
· richiamo;
· multa pecuniaria;
· squalifica dallo svolgimento dell’attività sportiva per un determinato periodo.
Norme finali
Eventuali proposte di modifiche al presente documento dovranno essere sottoposte ed approvate dall’organo preposto dell’Associazione.
Per quanto non esplicitamente previsto si rimanda a quanto prescritto dallo Statuto della FISR, nonché nel Regolamento Safeguarding Policy FISR e nel Codice Etico FISR.
Il presente Regolamento, approvato dall’organo direttivo, entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione.
Utilizziamo i cookie per analizzare il traffico sul sito web e ottimizzare l'esperienza con il tuo sito. Accettando l'uso dei cookie da parte nostra, i tuoi dati saranno aggregati con i dati di tutti gli altri utenti.